Un altro storico brand emigra: la Stock di Trieste delocalizza nella Repubblica Ceca
Brand in Italy
Un altro storico brand emigra: la Stock di Trieste delocalizza nella Repubblica Ceca
13/04/2012

Mario Morales Molfino, Redazione di Brandforum.it
Dopo Peroni che ha portato il mitico peroncino in Sudafrica, la Fiat 500 diventata star di Miami, è arrivato il momento di “migrare” anche per lo storico brand Stock84.

Negli anni ‘60 e ’70 quando la pubblicità ai super alcoolici non era ancora bandita, tutte le radio, la televisione e gli stadi strabordavano dei tormentoni firmati Stock. “Se la tua squadra del cuore ha vinto, brinda con Stock 84, se la squadra del cuore ha perso consolati con Stock 84”. Ecco il perentorio messaggio che tutti gli appassionati di calcio e frequentatori degli stadi italiani hanno ascoltato per anni. Così famigliare da diventare parte integrante della gara. Anche perché veniva
distribuito con l’altrettanto famoso Caffè Sport Borghetti a lenire le sconfitte, corroborare le vittorie e scaldare le giornate uggiose dei freddi inverni di campionato.
 

Altri tempi, nei quali il cicchettino era quasi d’obbligo, ma gli hooligan non si sapeva neppure cosa fossero. Gli stadi erano pieni di nonni e bambini e il vecchio Stock 84 ci bombardava con i suoi tormentoni. Grandi furono i protagonisti dell’epoca che testimoniarono per questo Brandy tutto italiano. Ricordo il debutto in Carosello con il grande Erminio Macario (v. http://www.youtube.com/watch?v=nfD2s1nmjsQ&feature=youtube_gdata) e i divertenti seriali con Tognazzi, Vianello e Mondaini, senza dimenticare lo spot con il mitico Orson Wells, che si dice, abbia ospitato una comparsata del giovanissimo Silvio Berlusconi.


Piccole storie che hanno fatto la storia di un grande marchio che schiacciato dalla crisi lascia la patria per altri più redditizi lidi. Da Trieste alla Repubblica Ceca, senza ritorno per una storia che non è la prima e non sarà l’unica. Una storia che sa di depauperamento dell’immagine Italia e non fa bene né all’economia, né al lavoro e tantomeno alle marche come valore industriale.


Dopo Peroni che ha portato il mitico peroncino in Sudafrica, la Fiat 500 diventata star di Miami; sempre più americana e meno torinese; speriamo che non diventi un’abitudine, altrimenti il made in Italy, da mito glorioso si trasformerà in passato remoto. Il Colosseo farà bella mostra di sé nel centro di Sanpaolo del Brasile e la torre di Pisa nel porto di Dubai.


Sarà il risultato della globalizzazione ma l’Italia fatta a pezzettini e svenduta al migliore offerente non mi piace affatto.

 

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