‘There’s No Business That’s Not Show Business’, scritto a più mani da Bernd Schmitt, David Rogers e Karen Vrotsos, prosegue la riflessione sul marketing e sul management esperienziali avviata da Schmitt nei precedenti ‘Experiential Marketing’ e ‘Customer Experience Management’. In questo testo, in particolare, gli Autori sottolineano i vantaggi che qualsiasi tipo di impresa può ricavare dai principi dello show business. Contrariamente al business tradizionale, infatti, lo show business spinge le imprese a produrre esperienze coinvolgenti e speciali, attraverso le quali intrattenere e soddisfare i consumatori. Nella prima parte, intitolata ‘Types of Shows’, vengono presentate quattro tipologie di show: (i) gli show dal vivo; (ii) quelli in spazi cosiddetti ‘immersionary’ (immersive + visionary); (iii) quelli che fanno uso di media nuovi o reinventati; (iv) quelli basati sul ‘passaparola’, sui venditori e sugli appassionati di marca. L’impresa può scegliere quali e quanti show organizzare, tenendo però presente che l’impiego di più show consente di comunicare con una forza e un’efficacia superiori. Nella seconda parte, intitolata ‘How to Make a Show Business a Success Business’, vengono affrontate varie questioni strategiche e proposti alcuni modelli per orientare l’attività dell’impresa. Gli autori si soffermano, in particolare, su aspetti come mantenere lo show fedele al brand, instaurare relazioni con i consumatori, estendere l’impatto dello show a prima e dopo il suo verificarsi, determinare il budget da destinarvi e misurarne il ritorno sugli investimenti (ROI). Nella terza parte, chiamata ‘The Show Business Organization’, si evidenzia come lo show business possa essere utilizzato all’interno delle organizzazioni. Vengono dunque riportate le ragioni in base alle quali le imprese dovrebbero realizzare show per dipendenti e partner, descritte le linee guida da seguire e spiegato in che modo lo show business sviluppa la leadership. Nella quarta parte, chiamata ‘Show Business in an Experience Culture’, gli Autori rapportano lo show business non più al marketing o all’impresa, ma alla società e alla cultura. La città di Las Vegas è portata come sommo esempio di applicazione dei principi dello show business, l’industria culinaria è descritta alla luce delle tendenze di intrattenimento che la pervadono e il business dell’arte è presentato come sempre più influenzato dalle dinamiche dei consumi. Nonostante voglia essere innovativo e provocatorio, ‘There’s No Business That’s Not Show Business’ si colloca all’interno di una letteratura sui consumi e sul marketing ormai consolidata. Una letteratura che, facendo riferimento ai Paesi avanzati in generale e agli Stati Uniti in particolare, interpreta il consumo come show, come spettacolo, come esperienza straordinaria e memorabile che coinvolge il consumatore intensamente. Una letteratura che attribuisce al marketing il ruolo di artefice o la funzione di produttore di tutto ciò.
Bernd H. Schmitt è autore di svariati articoli e testi sul marketing esperienziale, tra i quali ‘Experiential Marketing’ pubblicato nel 1999 da The Free Press e ‘Customer Experience Management’ pubblicato nel 2003 da John Wiley & Sons. E’ inoltre professore presso la Columbia Business School e Chief Executive Officer presso la società di consulenza EX Group. David L. Rogers svolge attività professionale presso l’EX Group. Karen Vrotsos è una esperta di comunicazione e svolge attività di consulenza come freelance.
(*) Lia Zarantonello è laureata in Relazioni Pubbliche presso l’Università IULM di Milano. Attualmente, è dottoranda di ricerca in Marketing e comunicazione d’impresa presso la stessa università , con un progetto relativo all’esperienza del consumatore, al marketing e alla comunicazione esperienziali.