Durante la Fase 1 e la Fase 2 dell’emergenza sanitaria, durante e dopo il lockdown, i brand hanno modificato la propria comunicazione. Ecco gli esiti della nostra indagine.

Analizzando due diverse campagne di comunicazione avviate da Vodafone e Mercedes, abbiamo valutato gli aspetti global e local adottati dai due brand durante il periodo di lockdown.

OBE – Osservatorio Branded Entertainment, in partnership con PHD – agenzia media di Omnicom Media Group, ha lanciato un ciclo di webinar per raccogliere testimonianze su come è cambiata la narrazione di marca ai tempi del Covid-19. Ecco tutti i link ai video.

L’avvento improvviso del Covid-19 ha posto i brand davanti a una sfida: rivoluzionare la propria comunicazione di marca per adattarsi alla nuova realtà. In che modo hanno reagito? 

Viviamo in un contesto altamente sfidante, dove il tema della responsabilità (individuale e collettiva) è ormai centrale nel mondo del branding, come dimostrano le recenti soluzioni di Nike e Patagonia.

Giovanni Rana ha utilizzato in maniera sapiente i social media per lanciare i suoi nuovi Ravioli dolci, riuscendo abilmente a coinvolgere i propri utenti e a crare molta aspettativa verso il nuovo prodotto.

Dopo 10 anni, tornano nel banco frigo i ravioli dolci al cioccolato di Giovanni Rana, con una nuova forma, un nuovo nome e un nuovo packaging. Cos'altro è cambiato dal 2009 a oggi?

Burger King e Nike hanno scelto di supportare alcune realtà calcistiche poco note a livello mediatico attraverso inusuali strategie di marketing e di comunicazione che hanno prodotto ottimi risultati.

Pasta la victoria siempre! Questo il motto del Movimento Grandi Minuti, nato per ottenere dai produttori di pasta l’indicazione dei minuti di cottura dei prodotti in maniera evidente sulle confezioni. Ecco come alcuni brand hanno deciso di rispondere sui social a questa singolare sfida.

Smart working ed e-learning hanno prodotto lo svuotamento di grandi città: i fuori sede sono rientrati nei luoghi di origine. Per gentile concessione della testata Restoalsud.it e del giornalista Giovanni Ciaccio, ripubblichiamo questa interessante riflessione sul "south working".
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