Logo Tales al tempo del Coronavirus: come i brand modificano il proprio logo per comunicare il #SocialDistancing
Brand Trends
Logo Tales al tempo del Coronavirus: come i brand modificano il proprio logo per comunicare il #SocialDistancing
25/05/2020

DIGITAL

Come sfruttare il momento per sensibilizzare i cittadini e allo stesso tempo aumentare la Brand Awareness o migliorare la Brand Image? Ecco come hanno risposto alcune aziende a livello internazionale.

Il termine Social Distancing (distanziamento sociale) ormai è entrato nel comune ‘gergo della quarantena’ alla pari di altre parole inglesi, come Lockdown e Contact Tracing.
Indica l’insieme delle azioni pensate e attuate per diminuire le probabilità di contatto fisico tra individui potenzialmente infetti con individui sani, come mantenere “uno o due metri di distanza” tra le persone.

 

Quella del COVID-19 è un’emergenza mondiale, certamente la prima così vasta dall’avvento di Internet, che sta modificando il comportamento delle persone.

 

Come sensibilizzare tutti gli individui verso buone pratiche di comportamento che aiutino a contenere questa pandemia? Come sfruttare il momento per informare i cittadini e allo stesso tempo aumentare la Brand Awareness o migliorare la Brand Image?

 

Molte aziende si sono fatte portatrici di valori positivi e hanno avviato campagne di sensibilizzazione internazionali per ricordare a tutti (propri consumatori e non) di lavarsi bene e frequentemente le mani, starnutire all’interno del gomito, utilizzare i Dispositivi di Protezione Individuali (come le mascherine), rimanere entro le mura di casa e mantenere le distanze dalle altre persone.

 

McDonald’s Brasile, però, ha dato il via a una vera e propria ‘rivoluzione’ che ha coinvolto i canali social: per prima, l’azienda ha modificato il famoso logo presente nella foto profilo della pagina Facebook, allontanando i due “Golden Arches” che lo hanno reso famoso in tutto il mondo.

 

 

Quale messaggio più chiaro di questo?

 

Solitamente, le aziende non amano “giocare” con il proprio logo, cambiarlo nel colore o nella forma, storpiarne il nome aziendale, perché è il loro tratto più distintivo, è ciò che le rende identificabili, ciò che comunica l’identità e la storia aziendale. Attraverso il proprio marchio un’azienda comunica se stessa.

 

Eppure, è proprio attraverso questo – seppur contestualizzato e circoscritto – cambiamento  che molte aziende in tutto il mondo hanno voluto dare un forte segnale, mettendo in pratica per prime il #SocialDistancing tra gli elementi caratterizzanti del proprio marchio.

 

Questo messaggio ha raggiunto non solo tutti gli utenti dei social, ma anche un pubblico molto più allargato, considerato che queste notizie sono state riprese anche da canali di comunicazione (più) tradizionali, come testa giornalistiche (digitali e cartecee) e telegiornali.

 

Nel settore automotive, Volkswagen e Mercedes-Benz hanno scelto di ringraziare chi sta già mettendo in pratica il distanziamento sociale, quasi fossero i brand a seguire il buon esempio ricevuto dai propri consumatori, allontanando quindi le lettere V e W o la stella a tre punte all’interno dei rispettivi stemmi.

 

 

 

Interessante la scelta di Hyundai che ha spiegato il significato del logo ufficiale, estremizzandone la rappresentazione grafica e poi lo ha modificato in linea con il #SocialDistancing rendendo il messaggio ancora più forte.

 

Sull’account Twitter internazionale questo il testo che accompagnava le tre immagini: “Sapevi che il nostro logo rappresenta due persone che si stringono la mano? Lo abbiamo re-immaginato visto che il distanziamento sociale è importante per la sicurezza di tutti noi”.

 

 

 

Audi, invece, ha scelto di esprimere il proprio messaggio attraverso un video con una duplice valenza: i quattro cerchi si allontanano per comunicare “Keep Distance” (mantieni la distanza) per poi riavvicinarsi e incrociarsi per invitare le persone a non scoraggiarsi, a rimanere unite (“Stay Together”).

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Let's stand as a global community, united in our passion for progress. #AudiTogether

Un post condiviso da Audi (@audiofficial) in data:

 

 

La rappresentazione video del #SocialDistancing è stata scelta anche da Würth, leader mondiale nella vendita di prodotti e sistemi di fissaggio e assemblaggio: le due teste di vite che formano il marchio, di allontanano e invitano al distanziamento sociale.

 

 

Scelta più originale per Chiquita, il noto marchio delle banane “con il bollino blu”.

Il brand svizzero ha deciso di eliminare “Miss Chiquita”, presente nel logo dal 1987: dal 23 marzo non era più presente nel logo della foto profilo e nemmeno in quelli ripresi nei post pubblicati sull’account Instagram. La spiegazione era scritta chiaramente nella biografia dell’account: “Hai notato la mancanza di #MissChiquita nel nostro logo? Sta praticando il distanziamento sociale a casa e speriamo lo stia facendo anche tu!”.

 

 

In occasione della festa dei lavoratori, il 1° maggo, Miss Chiquita è uscita di casa ed è tornata nel logo per ringraziare tutti gli "eroi" che hanno continuato a lavorare per garantire che le banane arrivassero sulla tavola di tutti. Un rassicurazione per tutti i suoi follower e allo stesso tempo una velata esortazione a un corretto comportamento sociale: "Sono tornata per restare!".

 

Anche il mondo sportivo si è dovuto adeguare alla situazione e molte squadre di Serie A italiane hanno scelto di diffondere messaggi di sensibilizzazione verso i propri tifosi.

Da punto di vista del logo, AC Milan ha proposto la scomposizione degli elementi caratterizzanti del proprio stemma, mentre la squadra del Napoli ha ripreso nelle proprie comunicazioni il “logo distanziato” del proprio main sponsor Kappa. Il noto marchio di abbigliamento sportivo ha infatti allontanato le due silhouette di atleti che, seduti schiena contro schiena, caratterizzano il proprio logo: “Uniti più che mai, anche se distanti”.

 

 

 

Altri esempi di Social Distancing

Coca-Cola non ha “osato” modificare il proprio logo sui canali social, ma lo ha fatto in un grande billboard in Time Square a New York, aumentando l’interlettera per diffondere un importante messaggio: “Stare distanti è il modo migliore per stare uniti”.

Va da sé che è bastato twittare la foto del cartellone pubblicitario perché la notizia facesse in poco tempo il giro della Rete.

 

 

Non potendo giocare con il proprio logo, Nike – il cui marchio coincide con il famoso “swoosh” – ha scelto di invitare gli sportivi a stare a casa attraverso le parole: “Hai sempre desiderato giocare per milioni di persone in tutto il mondo, ora ne hai la possibilità. Gioca in casa, gioca per il mondo”.

 

 

La variante molto discussa sui social media “Don’t do it” non è ufficiale, bensì frutto della fantasia del designer sloveno Jure Tovrljan, che – sul proprio account Behance – ha proposto una serie di cosiddetti “Coronavirus Logos”, immaginando come brand famosi avrebbero potuto modificare gli elementi grafici che caratterizzano i propri marchi per adeguarsi alle buone pratiche di #SocialDistancing.

 

Tra gli esempi maggiormente ripresi in Rete – anche da testate famose, che hanno creduto reali le proposte di Jure Tovrljan, prima della comunicazione ufficiale del CIO che ha spostato le Olimpiadi al 2021 – c’è anche il logo dei Giochi Olimpici, con i cinque cerchi presentati “a distanza di sicurezza”.

Originale la scelta di Guinness, che ha scelto di utilizzare l’esercizio creativo del freelance Luke O’Reilly (con suo grande piacere) della community "One Minute Brief" come comunicazione ufficiale sui canali social: al posto della classica schiuma bianca che caratterizza la nera stout irlandese compare un divano, che rafforza l’invito a restare a casa.

 

 

Sul nostro account Instagram @brandforum interamente dedicato alle Logo Tales, stiamo raccontato alcuni di questi esempi insieme a Giorgia Bresciani, una laureanda in Scienze Linguistiche, appassionata di branding. 

 

 

Per approfondire il significato di logo più famosi, rimandiamo alla sezione Logo Tales e invitiamo tutti a seguire gli appuntamenti del nostro #LogoTalesFriday su Instagram.

A cura di

Rebecca Rabozzi

Redattore Senior
Collabora con Brandforum.it dal 2009

Docente di Content Marketing, Digital Communication & Social Selling e cultore della materia per il corso di "Storia e linguaggi della pubblicità" della Prof.ssa Patrizia Musso presso l'Università Cattolica di Milano, dopo una lunga esperienza in agenzie pubblicitarie di calibro internazionale (tra cui Dentsu Aegis Network e Publicis Groupe), attualmente si occupa di Retail Marketing.

Vai al profilo LinkedIn: Rebecca Rabozzi

Ti potrebbe interessare anche...

Negli ultimi anni, le produzioni audiovisive e il Branded Entertainment hanno cominciato a raccontare anche i luoghi: sono molte le produzioni che si stanno avvicinando a questa pratica, promuovendo e valorizzando il territorio attraverso destination branding e place branding.
Green marketing o greenwashing? Come sviluppare efficaci strategie in ottica di sostenibilità: i casi Lush e L’Oréal.