Una festa rosa che ogni anno e sempre di più si tinge di nero. Una festa inutile e anche un po’ fastidiosa se non si metterà rimedio alla violenza che le donne subiscono, soprattutto dietro le mura domestiche, ma anche e ormai sempre di più nelle strade e nei luoghi pubblici più disparati.

Una realtà con la quale anche noi operatori della comunicazione dobbiamo fare i conti e verificare le singole responsabilità individuali; anche perché a quelle di gruppo o di categoria non credo se non per produrre inutili e controproducenti sottoprodotti della digestione. Avete presente Cambronne?
Ognuno quindi si guardi dentro la propria coscienza e veda se può fare qualcosa per contribuire ad arginare il turpe fenomeno.

Qualche dato è d’obbligo per dare il senso e la proporzione dei fatti: sono già 28 le vittime che si contano dal primo gennaio ad oggi. Sì avete capito bene; 28 vittime in meno di tre mesi, solo in Italia. Da una ricerca si evince che i colpevoli non sono stranieri e disoccupati disperati, ma “normali” compagni frustrati che sfogano tutte le proprie “normali” rabbie all’interno delle loro “normali” e protette mura domestiche. Ma solo il 7,3% delle vittime denuncia. Dati che inducono a meditazione e mettono anche qualche brivido nella schiena.
 

.
Il Professor Mario Morcellini, stimato compagno di alcuni viaggi professionali nel mondo del nomadismo dgitale, Preside di Scienze della Comunicazione alla Sapienza di Roma e Direttore del dipartimento della Comunicazione e ricerca sociale del prestigioso ateneo capitolino, sostiene che: “alcune mentalità maschili non sanno rassegnarsi alla parità”. “ non è tanto la libertà sessuale, quanto l’autonomia dell donna ad essere motivo di indebolimento di alcune mentalità maschili”. Apparentemente; continua il Professor Morcellini, gli uomini sembrano aver superato i loro disagi ma in realtà loro patiscono l’ugualianza. La considerano accettabile in termini pubblici, purche non sia nel proprio giardino. La frase più diffusa è questa: “vale per tutti tranne che per la mia donna”.
Sposando assolutamente la tesi di Mario Morcellini, metterei l’accento sul concetto di …“MIA DONNA” e solleciterei la riflessione sulla confusione che tutti, più o meno facciamo; confondendo l’amore con il possesso, con il controllo, con il dominio. Sentimenti che con l’amore hanno ben poco a che fare.

Un pensiero che proprio oggi, per festeggiare la Festa che celebra la libertà e l’indipendenza delle Donne, potrebbe far da viatico per tutte le nostre azioni. A cominciare dal sottoscritto, modesto webeditor digitale.

Un augurio per l’amore e per tutte le donne, gli uomini e altri differenti generi che lo praticano, al netto della violenza. Fisica o psicologica che sia.

Dedicato a tutte le Donne; a quelle che ho amato e a quella che amo.

Mario Morales Molfino