Slow Interview #16: Tenute Lunelli, una passione di famiglia
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Slow Interview #16: Tenute Lunelli, una passione di famiglia
14/05/2024

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Continuiamo con le Slow Interview, una serie di paper-intervista ai referenti delle Nomination di #SBF2023, realizzati con la collaborazione dei membri della nostra Giuria Under30: il sedicesimo episodio riguarda Tenute Lunelli, che con l’iniziativa “Guarda indietro per vedere lontano” è stata nominata per la categoria Slow Web.

Continua l’appuntamento con le Slow Interview, realizzate grazie alla collaborazione dei brillanti studenti che hanno preso parte alla Giuria Under30 della Sesta Edizione dello Slow Brand Festival, l’evento dedicato alle dinamiche Slow ideato dal nostro Direttore Patrizia Musso e dalla Redazione di Brandforum.it. I membri della Giuria di #SBF2023 hanno infatti “adottato” alcune Nomination dell’edizione di quest’anno, intervistando i referenti e approfondendo le tematiche #Slow che hanno reso e rendono il caso saliente nell’ottica Slow Brand.

La sedicesima Slow Interview che vi proponiamo riguarda Tenute Lunelli che, con l’iniziativa Guarda indietro per vedere lontano, è stata nominata per la categoria Slow Web dello Slow Brand Festival 2023, ed è stato realizzato grazie alla collaborazione di Federica Colombo

Gruppo Lunelli: un brand slow fra passato, presente e futuro

 
La filosofia del Gruppo Lunelli si può racchiudere in tre espressioni chiave: “Passione di famiglia”, “Artigiani del tempo” e “In sintonia con la natura”.

Innanzitutto, Tenute Lunelli è la storia di una famiglia che racchiude l’esperienza di tre generazioni. Tutto ha inizio dalle tradizioni con due figure storiche: Giulio Ferrari e Bruno Lunelli. Il testimone viene poi passato alla seconda generazione, artefice delle etichette più iconiche dell’azienda.

L’esigenza di evolversi porta, così, la famiglia Lunelli a coniugare le radici con nuove visioni, affiancando le pratiche tradizionali all’innovazione tecnologica. In particolare, il Gruppo Lunelli è stato il primo in Italia a utilizzare il programma Animavitis, un sistema di agricoltura di precisione per controllare la vigoria delle viti e prendere più consapevolmente le decisioni delle lavorazioni in campagna in un approccio slow al territorio.

Immagine 1 – A sinistra, Gino, Bruno e Mauro Lunelli. A destra, Matteo, Camilla, Marcello e Alessandro Lunelli.

Passando poi al secondo pilastro, il tempo è un fattore fondamentale che il Gruppo Lunelli interpreta in maniera personale per una rilettura in chiave slow. Per creare vini di qualità è imprescindibile saper cogliere il momento migliore, adattandosi alle tempistiche dei vigneti.  Lavorare nel settore vitivinicolo implica rispettare le stagioni della campagna per poter raccogliere uve equilibrate e, nella fase della fermentazione e dei vari affinamenti, la mano dell’uomo deve essere non solo esperta, ma anche attenta ai tempi necessari per la buona riuscita del prodotto finale. Soprattutto nel mondo del vino la natura segue i suoi ritmi e la priorità è seguirla cercando di assecondarla o di guidarla senza mai anticipare le fasi.

L’elemento temporale viene ripreso anche nel logo delle tenute: l’idea dello scorrere del tempo viene rappresentato visivamente attraverso le fasi lunari, che, come per la vite, hanno un inizio, un momento di picco paragonabile al periodo di maturazione delle uve e una fine. Oltre alla forte simbologia, il moto della luna è anche stato sin dagli albori un elemento fondamentale per i contadini, le cui scelte sono sempre state orientate all’attenzione verso la natura. Allo stesso modo l’attenzione del Gruppo Lunelli per la campagna e la cantina attraverso l’utilizzo di pratiche biologiche ha portato le tenute a ottenere la certificazione biologica delle uve e in seguito dei vini.

L’attenzione al biologico, però, non porta solo a ricadute positive sull’ambiente, ma protegge anche i collaboratori che lavorano in vigneto e le comunità ospitanti. Se, infatti, ogni azienda è tenuta a essere responsabile a livello sociale, a maggior ragione deve esserlo un’azienda vitivinicola e proprio con questa mission Tenute Lunelli pone il tema della sostenibilità al centro di tutte le scelte intraprese.

L’attenzione per il biologico e il rapporto con l’ambiente

 
Il rapporto con l’ambiente è, quindi, un terzo elemento cardine nel modo in cui Tenute Lunelli si pone nella produzione del vino. L’esperienza enologica del gruppo inizia in Trentino 120 anni fa con la produzione del Ferrari Trento DOC, ma già negli anni Ottanta sono state affiancate altre produzioni che ne condividessero i valori di fondo, quali il Villa Margon, Chardonnay in purezza e il Maso Montalto, un elegante Pinot Nero. Per Tenute Lunelli, quindi, diventa fondamentale la scelta di territori con una tradizione vitivinicola ed enologica molto forte, proprio come il Trentino, e con questo desiderio la produzione si espande in Toscana e Umbria. In particolare, la Toscana è da sempre una delle regioni più conosciute al mondo soprattutto grazie al Sangiovese, mentre l’Umbria si è posta fin da subito come una sfida per il gruppo a causa della complessità del vino prodotto da un particolare vitigno, il Sagrantino.

Il legame profondo e indissolubile con il territorio, però, non si esprime solo nella produzione del Gruppo Lunelli, ma anche nell’architettura delle tre tenute: Villa Margon in Trentino, Tenuta Podernovo in Toscana e Tenuta Castelbuono in Umbria. La prima è una villa cinquecentesca che rappresenta una ricerca del bello e del buono ed è espressione di uve di estrema finezza. La seconda, invece, è un vecchio casale che grazie a una ristrutturazione conservativa è stato riportato al suo antico splendore e al tempo stesso è stato trasformato in un luogo di accoglienza pregiata per ospiti di varie nazionalità. Tenuta Castelbuono, infine, è un’opera unica conosciuta anche come il ‘’Carapace’’: una cantina scultura a opera del Maestro Arnaldo Pomodoro in grado di combinare arte, territorio e funzionalità.

Immagine 2 – Esterni Villa Margon, Tenuta Podernovo e Carapace.

L’approccio slow che ha portato le Tenute Lunelli a essere candidate allo Slow Brand Festival 2023 verrà portato avanti anche in vari progetti futuri di lungo periodo. L’obiettivo primario è quello di contrastare il cambiamento climatico anche grazie all’ottenimento della carbon neutrality. Infatti, grazie alle montagne del Trentino che permettono di avere microclimi perfetti per le uve, il Gruppo lavorerà per creare un grande vigneto posto ad una quota di oltre 600 metri da cui si possano ottenere uve di qualità nonostante il cambiamento climatico.

Vi aspettiamo per i prossimi appuntamenti con le Slow Interview Stay tuned!

Si ringrazia Federica Colombo per aver contribuito alla realizzazione e alla stesura di questo paper.

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