Slow Interview #17: Alois Lageder, diversity is the key
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Slow Interview #17: Alois Lageder, diversity is the key
16/05/2024

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Proseguiamo con le Slow Interview, una serie di paper-intervista ai referenti delle Nomination di #SBF2023, realizzati con la collaborazione dei membri della nostra Giuria Under30: il diciassettesimo episodio riguarda Alois Lageder, nominata per la categoria Slow Factory.

Prosegue l’appuntamento con le Slow Interview, realizzate grazie alla collaborazione dei brillanti studenti che hanno preso parte alla Giuria Under30 della Sesta Edizione dello Slow Brand Festival, l’evento dedicato alle dinamiche Slow ideato dal nostro Direttore Patrizia Musso e dalla Redazione di Brandforum.it. I membri della Giuria di #SBF2023 hanno infatti “adottato” alcune Nomination dell’edizione di quest’anno, intervistando i referenti e approfondendo le tematiche #Slow che hanno reso e rendono il caso saliente nell’ottica Slow Brand.

La diciassettesima Slow Interview che vi proponiamo riguarda Alois Lageder, nominata per la categoria Slow Factory dello Slow Brand Festival 2023, ed è stato realizzato grazie alla collaborazione di Chiara Ferrandi

Diversity is the key: quattro semplici parole che racchiudono il lavoro di molte generazioni della famiglia Lageder. Tra tentativi, sacrifici, esperimenti e tante soddisfazioni, l’azienda vinicola altoatesina a conduzione famigliare, porta avanti la sua attività da oramai 200 anni, coltivando vigneti secondo i principi della biodinamica e creando vini dal carattere forte e dal sapore vario.

Le scelte ed i gesti intrapresi tutti i giorni incarnano una successione di valori che la famiglia Lageder custodisce da generazioni e ai quali non è disposta a rinunciare. In primis, l’amore per la natura, progenitrice di tutto ciò che ci circonda, la quale necessita di cure continue e che deve essere coltivata, rispettata e difesa in ogni sua forma. È anche e soprattutto grazie alla scelta di adottare un metodo agricolo di tipo biodinamico che l’azienda è in grado di procedere nel suo intento di custodire questo patrimonio naturale: si tratta, infatti, di una tecnica di lavorazione della terra in sintonia con i cicli naturali e che ha il fine di stabilire un equilibro tra la produzione agricola e l’ecosistema terreste. Il suolo viene mantenuto fertile, la qualità dei prodotti aumenta e viene salvaguardata la biodiversità animale e vegetale evitando di danneggiare il terreno con sostanze chimiche (per maggiori informazioni, rimandiamo al seguente link).

Immagine 1 – Vineria & Ristorante Paradeis di Alois Lageder.

A questo proposito, l’azienda offre ai propri consumatori prodotti di qualità; la necessità di sperimentare instancabilmente ha portato alla creazione di una selezione di vini assortiti che si articolano in tre categorie: i Vitigni Classici, le Composizioni e i Capolavori. Ciò che principalmente caratterizza le varie tipologie di vini è il tentativo di esprimere in ciascuno di essi l’essenza del territorio da cui provengono e delle persone che hanno contribuito alla loro creazione.

Tutto questo non sarebbe possibile senza la collaborazione con i partner agricoli, i quali sono fondamentali per garantire il progresso dell’attività attraverso il rispetto di valori condivisi. I collaboratori scelti dall’azienda altoatesina sono tantissimi, circa novanta, e in molti casi, forniscono oramai da diversi anni le loro uve.

La ricerca del partner perfetto o del prodotto ideale è comunque sempre aperta e per questa ragione, nonostante il fondamentale legame con la tradizione ed il passato, l’azienda mantiene costantemente lo sguardo puntato verso il futuro, alla continua ricerca di perfezione e equilibrio nei suoi prodotti. Quindi, tradizione e innovazione devono procedere in due direzioni parallele e sono di eguale importanza: infatti, la gestione sostenibile dell’azienda si basa sia sull’attività e sulla saggezza dei collaboratori più esperti, che sull’intervento curioso e creativo di giovani menti, che siano capaci di mettersi in gioco e sperimentare nuove vie ed opportunità.

Creatività, cura dei dettagli e necessità di sperimentare: sono queste le variabili in gioco. Si tratta di variabili che devono però essere mantenute stabili per poter sempre influire positivamente sulla qualità del prodotto finale, senza mai dimenticare l’intento di attenersi fedelmente ad un metodo agricolo più naturale e sostenibile.

Immagine 2 – Alcune delle bottiglie RARUM edizione 2023.

Questi aspetti si riflettono non solo sulla Vineria & Ristorante Paradeis che, oltre ad essere dotata di certificazione biologica, offre sempre prodotti di stagione sani e gustosi e degustazioni di vini locali, ma anche sulla location per eventi, Casòn Hirschprunn, in grado di catapultare l’ospite in uno scenario antico ed esclusivo.

La tenuta ed il territorio circostante diventano non solo un luogo di lavorazione e creazione, ma anche di racconto e confronto dove viene data la possibilità, passeggiando tra i vigneti e visitando la cantina, di apprendere qualcosa in più su questo mondo. Infatti, le visite guidate proposte dall’azienda permettono sia ai consumatori più fedeli sia a coloro che sono semplicemente incuriositi o appassionati, di entrare in contatto con le radici del prodotto, con l’ecosistema che ne permette la nascita e di discutere tematiche quali l’agricoltura sana, il ruolo della diversità in questo ambito e le necessarie modifiche da mettere in atto a causa del cambiamento climatico.

A tal proposito viene ribadito l’intento dell’azienda di adattarsi consapevolmente ai cambiamenti presenti e futuri, tra cui quello climatico (a cui l’azienda si è interessata a partire da tre decenni fa), che condiziona chiaramente il settore vitivinicolo.

Per concludere, dalla tenuta, alla cantina, tornando indietro nel tempo a Casòn Hirschprunn, tra una passeggiata nei vigneti e una degustazione presso il Ristorante & Vineria Paradeis, Alois Lageder offre mille scenari sorprendenti, che permettono di immergersi per qualche ora nella bellezza della natura che li circonda.

Vi aspettiamo per i prossimi appuntamenti con le Slow Interview Stay tuned!

Si ringrazia Chiara Ferrandi per aver contribuito alla realizzazione e alla stesura di questo paper.

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