Slow Interview #19: ZeroPercento, una bottega etica e inclusiva
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Slow Interview #19: ZeroPercento, una bottega etica e inclusiva
22/05/2024

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Proseguiamo con le Slow Interview, una serie di paper-intervista ai referenti delle Nomination di #SBF2023, realizzati con la collaborazione dei membri della nostra Giuria Under30: il diciannovesimo episodio riguarda ZeroPercento, nominata per la categoria Slow Place.

Prosegue l’appuntamento con le Slow Interview, realizzate grazie alla collaborazione dei brillanti studenti che hanno preso parte alla Giuria Under30 della Sesta Edizione dello Slow Brand Festival, l’evento dedicato alle dinamiche Slow ideato dal nostro Direttore Patrizia Musso e dalla Redazione di Brandforum.it. I membri della Giuria di #SBF2023 hanno infatti “adottato” alcune Nomination dell’edizione di quest’anno, intervistando i referenti e approfondendo le tematiche #Slow che hanno reso e rendono il caso saliente nell’ottica Slow Brand.

La diciannovesima Slow Interview che vi proponiamo riguarda ZeroPercento, una cooperativa sociale che si propone come bottega etica sul territorio milanese nominata per la categoria Slow Place dello Slow Brand Festival 2023, ed è stato realizzato grazie alla collaborazione di Lorenzo Vigliarolo

ZeroPercento è un’esperienza di accoglienza e di eccellenza, nata dal desiderio e dalla volontà di aiutare giovani con disabilità intellettive a reintrodursi o ad affacciarsi per la prima volta al mondo del lavoro. Ai ragazzi vengono assegnate specifiche mansioni, svolgendo le quali non solo imparano il mestiere, ma acquisiscono anche fiducia in se stessi, rendendosi autonomi nel tempo. Abbiamo avuto il piacere di intervistare Teresa Scorza, Presidente e fondatrice di ZeroPercento: di seguito trovate l’intervista integrale.

Da dove nasce il concept di ZeroPercento? 

ZeroPercento nasce da una mia idea nel 2015: la cooperativa sociale si pone l’obiettivo di dare una concreta opportunità di lavoro alle persone con disabilità intellettiva e cognitiva. Questo approccio di base, che porta ZeroPercento a offrire un’alternativa di lavoro valida indipendente dal CV pregresso dei neoassunti, si evolve in un negozio di vicinato.

Quali sono oggi le barriere per un’impresa orientata all’inclusione non forzata? 

La prima barriera, quando si tratta di inclusione di persone con disabilità cognitiva, è la lontananza dalle dinamiche aziendali tradizionali: l’orientamento all’efficienza, la velocità e la misurazione della performance. Per un’inclusione completa occorre distaccarsi da queste dinamiche (il che non è sempre facile, dato che ZeroPercento collabora con organizzazioni profit ed enti privati) e, soprattutto, comprendere e rispettare i tempi di apprendimento dei singoli.

Quali sono stati i più grandi traguardi raggiunti dal team ZeroPercento? 

Sicuramente un grande risultato è stata la strada percorsa dall’inizio di questa avventura ad oggi. Infatti, inizialmente a ZeroPercento è stato dato dal Comune di Milano un locale in una zona di periferia afflitta da problematiche tipiche di molte periferie meneghine, dove nessuno investiva più da 40 anni. La zona era piena di locali e vetrine sfitti, mentre oggi quasi tutti i locali sono stati dati in gestione. ZeroPercento, quindi, è stato il catalizzatore e primo tassello di un processo di rivitalizzazione di un’area periferica. Nonostante ZeroPercento non sia più localizzato in quell’area, la sua crescita è uno dei grandi successi del brand. Un secondo grande successo, invece, è quello di riuscire a inserire le risorse della cooperativa nel mondo del lavoro senza bisogno di internalizzarle a tempo determinato. ZeroPercento, difatti, si propone come luogo transitorio, e tra le circa 60 persone alle quali ha offerto un lavoro quasi il 100% è stato reinserito in società più grandi.

ZeroPercento ha ottenuto il secondo posto allo SBF2023 per la categoria Slow Place: quanto e come questo concetto è importante nella quotidianità dell’organizzazione? 

Il concetto di Slow Place è fondamentale: per essere davvero inclusivi è necessario essere slow. La missione di ZeroPercento, che come si è detto collabora anche con organizzazioni a scopo di lucro ed enti privati, dunque maggiormente orientati alla performance, è di dimostrare che la velocità non è l’unico modo per arrivare all’efficienza e, soprattutto, che la lentezza non è necessariamente sinonimo di inefficienza. Il concept stesso del negozio di vicinato ruota attorno alla vicinanza al negoziante e alla possibilità di costruire una relazione con lui. In questo modo il momento dell’acquisto diventa piacevole e rilassante, durante il quale è possibile prendersi una pausa dai ritmi frenetici della routine e chiacchierare con il commerciante. È tempo dedicato a noi stessi ed è, per esempio, in completa opposizione con la logica e le dinamiche dei grandi supermercati.

Vi aspettiamo per l’ultimo appuntamento con le Slow Interview Stay tuned!

Si ringrazia Lorenzo Vigliarolo per aver contribuito alla realizzazione e alla stesura di questo paper.

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