La social agency Hub09 ha lanciato la piattaforma di comunicazione di BontàViva, la nuova linea di zuppe fresche dell’azienda Viva di Torino.

La campagna di comunicazione prevede spot in onda su SKY affiancati da diverse azioni digital; inoltre sono state programmate 400 giornate nella GDO, acronimo di grande distribuzione organizzata, ovvero il sistema di vendita al dettaglio attraverso una rete di supermercati e altre catene di intermediari.

Lo spot, girato da Marco Faccio – AD di Hub09– e Nicola Morello per la direzione creativa, è il primo di tre uscite che si susseguiranno da qui a settembre.

I protagonisti sono i membri di una famiglia tradizionale composta da papà, mamma super impegnata, due figli e dalla nonna. In ogni spot immancabile sarà ovviamente una delle zuppe della catena BontàViva.

I video mostreranno stralci di vita famigliare, dando origine ad una “Soup Opera” termine che gioca sull’assonanza del termine inglese “soup” ovvero zuppa e “soap”, che rimanda a soap opera.

Il primo spot propone in 0.17sec un quadretto famigliare denso di cliché: vediamo il papà un po’ mammone che loda i piatti della mamma (nonna) e che si trova al centro del classico triangolo figlio-madre-nuora, la suocera che canzona i commenti di una nuora che pare non avere tempo per nulla tanto da doversi fare la piega mentre mangia, e i nipoti che lodano la zuppa BontàViva.

Il tempo è quindi il fattore determinante: zuppe veloci da preparare per chi vive vite frenetiche, ma anche tempo come rimando alla tradzione (zuppe preparate secondo ricette tradizionali), da ciò il claim: BontàViva, una bontà senza tempo.

Gli spot sono solo il primo step per conoscere a fondo la famiglia in questione, infatti, il contenuto continua a vivere e si arricchisce su canali digitali paralleli, come il sito internet dedicato dove si trovano i profili dei componenti famigliari, i prodotti BontàViva e alcuni consigli (anche video) su come cucinare al meglio le zuppe; la pagina Facebook per interagire e creare maggior engagement con i consumatori oltre che per dar vita ad una “community on line”.