Management al femminile: Wonder Women, in azienda e non solo
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Management al femminile: Wonder Women, in azienda e non solo
15/03/2016

Alessandra Olietti, Redattore Senior di Brandforum.it
Le donne-manager trovano difficoltà ma anche opportunità nelle aziende moderne. Valérie Lorentz-Poinsot, Direttore Generale Delegato Gruppo Boiron, ci ha svelato un nuovo sguardo sulla Wonder Woman odierna

Donne e carriera, una conciliazione possibile? Questa frase è spesso al centro dei dibattiti odierni sulla difficoltà, per le donne in particolare, di riuscire a conciliare la vita professionale con quella privata.

 

 

Sicuramente sono stati fatti passi da gigante in questo senso, basti pensare alle aziende che mettono a disposizione un asilo aziendale per i figli dei dipendenti, oppure quelle che concedono congedi di maternità più lunghi, oppure ancora che quelle imprese che vedono un buon numero di presenze femminili a ricoprire i ruoli dirigenziali (e non).

 

 

Una delle aziende che abbiamo visto essere particolarmente attenta alla questione “conciliazione donne/lavoro” è Boiron, che ci ha invitato a un evento esclusivo dal titolo molto emblematico “Wonder Women. Dite si ai vostri poteri”.

 

(ph. Evento "Wonder Women" in Boiron)

 


Questo slogan è il titolo del libro (Wonder Women: dites oui à vos pouvoirs) di Valérie Lorentz-Poinsot, Direttore Generale Delegato del Gruppo Boiron. L’idea di scrivere su questa tematica è nata in Valérie dopo “essere stata sollecitata da alcune donne presidenti di associazioni che mi chiedevano di intervenire sulla questione del management al femminile: all’inizio, molto colpita da questa richiesta, non riuscivo a capire che apporto avrei potuto dare loro; poi ho scoperto che condividere le mie esperienze, i miei incontri, la mia visione manageriale poteva ispirare e guidare altre donne”.

 

(ph.Valérie Lorentz-Poinsot)

 

 

Al centro del volume l’intenzione di rendere consapevoli le donne delle loro potenzialità, di riscoprire la loro forza e energia partendo da quello che fanno quotidianamente sia a casa che sul lavoro. Secondo la Poinsot “è fondamentale avere una causa da difendere, trovare la motivazione per dare il nostro contributo nel mondo come donne (e manager nel mio caso). Boiron mi ha dato questa causa”. 

 

 

Valérie, è possibile oggi – nella società post-moderna – essere madri senza subire dei pregiudizi in ambiente lavorativo?
Essere madri deve diventare un vantaggio e un’opportunità da cogliere, non motivo per le aziende per allontanare le proprie collaboratrici. Certo gli impegni aumentano, però bisogna anche imparare a delegare, a non avere paura di cercare aiuto e un sostegno tra colleghi come in famiglia. Essere una Wonder Woman non vuol dire far sempre tutto, ma imparare a scegliere su cosa focalizzarsi. In tutto ciò l’azienda deve aiutare le proprie dipendenti a potersi ritagliare il tempo per stare con le loro famiglie (work-life balance). È alternando lavoro e vita privata che si trovano nuove energie, spendibili positivamente al lavoro. Il segreto per star bene è trovare un equilibrio tra il tempo da dedicare a se stesse, alla famiglia e al business. In Boiron questo è stato possibile per me.

 

(ph. Evento Wonder Women in Boiron)

 

 

Essere donna è stato a volte discriminante nel suo percorso professionale?
Non nego di aver avuto diverse “difficoltà tecniche” essendo spesso l’unica donna nei consigli di amministrazione; percepivo l’invidia di molti colleghi uomini che mettevano in dubbio la mia competenza e formazione. In realtà non sono propriamente dei problemi perché spesso li ingigantiamo facendoci prendere dall’emotività. Quello che ho deciso di fare era dimostrare che avrei dato un contributo utile all’azienda: ogni piccolo successo ha contribuito in modo significativo al raggiungimento del risultato finale. In tutto ciò avere una figura interna all’azienda che ci dia fiducia è fondamentale, nel mio caso mi ha permesso di acquisire consapevolezza nelle mie capacità.

 

 

Cosa vuol dire per lei essere donna e manager?
Essere donna mi ha aiutato molto per stringere delle partnership sane e proficue con altre donne. Mi piace fare da “mamma” ai miei collaboratori, spingerli a fare meglio e a lavorare insieme come una famiglia. Quando c’è un problema dico loro di non farsi sopraffare ma iniziare respirando, riflettendo ed infine reagendo. Inoltre è fondamentale non portare i propri problemi personali al lavoro, bisogna lavorare in un clima di armonia che si ottiene anche grazie alla propria felicità interiore. Se io sto bene, sta bene anche chi sta vicino a me e collabora con me.

 

 

Qualche aggettivo per descrivere oggi le Wonder Women in carriera (e non solo)…
Oltre ai miei 10 consigli per essere una Wonder  Woman, credo che “Wonder” per me significhi più che altro “meraviglia”, perché sostengo che essere donna e costruirsi una carriera sia una cosa meravigliosa che solo una donna in quanto tale potrebbe fare; “wonder” anche come consapevolezza e abilità nel credere nelle proprie capacità, ma al tempo stesso come responsabilità e follia nell’inseguire i propri sogni. “Wonder” per me significa anche saper dire di “no” alla propria carriera in alcuni momenti particolari della vita.

 

 

Nell’intervista a Valérie Lorentz-Poinsot, traspare come “essere donna” in Boiron sia prima di tutto una risorsa; la presenza femminile, infatti, non è certo marginale: nelle 22 filiali dell’azienda francese – celebre per la produzione e distribuzione di medicinali omeopatici dal 1932 – il 73% dei dipendenti è donna. Non è un caso inoltre che la sede milanese (200 persone) sia diretta proprio da una donna, Silvia Nencioni.

 

(ph. Silvia Nencioni – Boiron)

 

 

L’apertura di Boiron alle esigenze delle proprie lavoratrici e il considerarle “donne” prima che  “dipendenti” è riflessa anche nelle politiche di internal branding volte al benessere aziendale: uno “star bene” in senso ampio che, come teorizza Christian Boiron (Direttore Generale Gruppo Boiron) nella sua “Economia della felicità”, va di pari passo con l’idea che avere collaboratori felici e in grado di esprimere se stessi nell’ambiente di lavoro risulta essere fondamentale per un’impresa. All’atto pratico ciò si riflette positivamente in un aumento di produttività aziendale anche a livelli qualitativi, oltre ad un incremento dell’attaccamento dei singoli dipendenti all’azienda, che si trasformano in Employee Brand Ambassador.

 

 

(ph. Logo Boiron all'ingresso della sede milanese)

 

 

Un esempio di come mettere a frutto le strategie di internal e employer branding è riscontrabile nel layout della sede aziendale: come vi abbiamo raccontato in un paper dedicato (http://brandforum.it/papers/1295/la-salute-e-la-felicit%C3%A0-in-azienda-employer-branding-in-boiron-italia), entrare in Boiron mette subito di buonumore, a partire dal logo con una “i” molto naïve, fino agli spazi aziendali: pareti colorate, uffici dai colori personalizzati in base ai dipendenti che vi lavorano, pareti dei corridori dipinte a tinte sgargianti, e porte delle sale sempre aperte rappresentano l’attenzione verso la creazione di un ambiente consono al poter esprimere se stessi come persone (felici, si spera!) prima che come dipendenti. Inoltre una parte della sede è dedicata ad una mostra d’arte, come strumento per esprimere chi si è veramente.

 

 

(ph. Mostra d'arte nella sede di Boiron)

 

 

Il concetto di “apertura” insito nella vision aziendale di Boiron è facilmente riscontrabile anche nel nuovo strumento di comunicazione utilizzato dal brand per raggiungere i suoi stakeholder: si tratta del Blog di SpazioOmeopatia (http://spazioomeopatia.it/) sul quale vi sveleremo presto interessanti curiosità, in un’intervista esclusiva al Direttore Relazioni Estrene, Claudia Femora. Al proposito, inviateci le vostre domande su questo case a info@brandforum.it

 

A cura di

Alessandra Olietti

Redattore Senior 

Project Manager Eventi

Collabora con Brandforum da gennaio 2012

Forte interesse per la scrittura sul web e sui social, nonché per il mondo del brand, in particolare per le strategie comunicative applicate al business turistico. Su questa tematica nel 2018 ha scritto un libro per FrancoAngeli - "Turismo digitale. In viaggio tra i click" - con Patrizia Musso.

Dal giugno 2015 collabora nell'organizzazione di Slow Brand Festival, un appuntamento annuale - ideato dal Direttore di Brandforum - dedicato alle riflessioni sul fenomeno Slow in Italia. 

Si è laureata con lode presso l’Università Cattolica di Milano con una tesi magistrale sulla comunicazione aziendale attraverso gli spazi, riletta alla luce delle teorie dei media digitali e del marketing esperienziale. Attualmente è Docente a contratto presso il medesimo ateneo, nonché formatore e consulente aziendale

In Università Cattolica è inoltre Career Adviser (CIMO. Comunicazione per le imprese,i media e le organizzazioni complesse) e Coordinatore dell'International Master in Cultural Diplomacy.

Oltre alle attività accademiche, si occupa di Coordinamento Media e Marketing per Alchemilla Cooperativa Sociale  in relazione al progetto "Artoo. L'arte raccontata dai bambini", una start up innovativa che propone un modo nuovo di avvicinarsi all’arte, promuovendo l'autoralità e il protagonismo culturale dei bambini anche in età prescolare.

Nel tempo libero cucina, legge e appena può scappa tra i monti.

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